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In un contesto sempre più complesso e interconnesso, la sicurezza fisica non può più essere considerata un’attività “a parte” o un costo da contenere. Oggi rappresenta un componente fondamentale della governance del rischio e deve dialogare strettamente con le strategie decisionali dell’azienda.

La protezione degli asset tangibili – persone, impianti, infrastrutture, accessi, materiali critici – ha un impatto diretto sulla continuità operativa, sulla reputazione e sulla redditività. Ecco perché non può essere gestita solo sul piano tecnico, ma deve diventare parte integrante della visione di impresa.

In questo articolo approfondiremo come costruire un modello di governance del rischio fisico, in cui la funzione sicurezza non sia un presidio isolato, ma un partner attivo nella costruzione del valore aziendale.

 

La sicurezza fisica come leva per il business

Per molti anni la sicurezza fisica è stata vissuta come un centro di costo, utile ma distante dagli obiettivi di crescita o di competitività. Questa impostazione ha generato due conseguenze negative:

    • Sistemi reattivi, costruiti per limitare i danni solo dopo che si sono manifestati
    • Scarsa collaborazione tra sicurezza, direzione generale e funzioni strategiche

Ma oggi non è più sostenibile. Le aziende sono esposte a una gamma crescente di minacce fisiche – furti, sabotaggi, eventi climatici, aggressioni, interruzioni operative – che possono generare danni immediati e duraturi.

Pensare alla sicurezza come parte della governance del rischio significa riconoscere il suo impatto diretto su:

    • Continuità del servizio
    • Reputazione e fiducia degli stakeholder
    • Conformità normativa
    • Capacità di gestire situazioni straordinarie
    • Valore percepito da clienti, investitori e mercato

 

Governance del rischio fisico: cosa significa concretamente

Una vera governance del rischio fisico implica che la funzione sicurezza:

    • Sia rappresentata nei tavoli decisionali strategici
    • Contribuisca alla definizione del piano industriale, in particolare per gli aspetti operativi e infrastrutturali
    • Collabori con tutte le funzioni aziendali chiave: operations, HR, HSE, compliance, IT, procurement
    • Sia valutata con KPI chiari, legati non solo alla prevenzione, ma anche all’impatto economico e al supporto agli obiettivi aziendali
    • Adotti una logica di miglioramento continuo, basata su dati, analisi e gestione proattiva

In sintesi: la sicurezza deve evolvere da funzione operativa a funzione strategica, con piena visibilità sul rischio fisico aziendale e sulle sue implicazioni.

 

Cosa devono fare i vertici aziendali

Perché ciò avvenga, il cambiamento deve partire dall’alto. Titolari, CEO, direttori generali e CDA devono:

  1. Attribuire alla sicurezza una responsabilità trasversale, legata alla protezione del business e non solo alla prevenzione dei danni
  2. Inserire i rischi fisici nei processi di Enterprise Risk Management, accanto ai rischi finanziari, informatici e legali
  3. Promuovere un dialogo costante tra i responsabili della sicurezza e le altre direzioni strategiche
  4. Allocare risorse coerenti con la criticità degli asset da proteggere, senza ridurre la sicurezza a un costo marginale
  5. Valutare il contributo della sicurezza anche in chiave di competitività: efficienza operativa, compliance, attrattività per clienti e partner

 

Strumenti per integrare sicurezza e strategia

Ecco alcuni strumenti pratici per trasformare la sicurezza in parte integrante della governance aziendale:

  1. Security Risk Assessment integrato

Non una checklist di pericoli, ma un’analisi completa che colleghi rischi fisici a rischi di business: blocchi operativi, danni reputazionali, esposizione normativa, impatti finanziari.

  1. Cruscotti direzionali e KPI condivisi

Sistemi di reporting che mostrano ai vertici aziendali il valore della sicurezza: eventi prevenuti, tempi di reazione, criticità risolte, risparmi generati.

  1. Piani di continuità e resilienza operativa

La sicurezza fisica deve contribuire in modo attivo ai Business Continuity Plan e ai Recovery Plan, non solo in fase di emergenza, ma nella progettazione.

  1. Simulazioni e stress test

Esercitazioni simulate, audit incrociati, test imprevisti: strumenti che permettono di verificare la prontezza reale dell’organizzazione e attivare un miglioramento costante.

  1. Formazione strategica per i manager

Workshop e percorsi formativi che aiutino anche le figure non tecniche a comprendere il valore della sicurezza e il suo impatto sul business.

 

Conclusione

Allineare la sicurezza fisica agli obiettivi strategici dell’impresa è oggi una necessità, non un’opzione. Le aziende che riescono a integrare la gestione del rischio fisico nella loro governance complessiva diventano più resilienti, più affidabili e più competitive.

La sfida non è solo proteggere impianti e persone, ma costruire un’organizzazione capace di prevenire, reagire e adattarsi in modo efficace alle minacce del mondo reale.

La vera domanda per ogni CEO, DG o imprenditore non è: “Quanto mi costa la sicurezza?”, ma:
“Quanto mi costa non considerarla una leva strategica?”

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