In un’epoca in cui il work-life balance è diventato un mantra organizzativo, molte aziende stanno adottando politiche sempre più flessibili per garantire il benessere dei propri dipendenti. Tuttavia, questo scenario apre la porta anche a comportamenti scorretti e veri e propri abusi dei diritti previsti dalla legge, come i permessi per motivi familiari, le assenze per malattia e gli infortuni.
Quando queste tutele diventano strumenti per frodi interne, le conseguenze possono essere molto più gravi di quanto si immagini: danni economici, tensioni interne, inefficienze operative e rischio reputazionale.
Il problema: assenze pianificate, finti malati e concorrenza sleale
Nella pratica investigativa quotidiana emergono spesso casi come questi:
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- Dipendenti che usufruiscono di permessi ex Legge 104 per motivi familiari, ma che vengono ripetutamente osservati in vacanza o a svolgere attività estranee all’assistenza dichiarata.
- Assenze per malattia che coincidono regolarmente con attività secondarie: lavoretti retribuiti, sport agonistici o viaggi.
- Tecnici e commerciali che usano l’orario di lavoro per operare in concorrenza sleale o sviluppare progetti propri.
- Falsi infortuni prolungati per evitare trasferimenti, cambi di mansione o richiami disciplinari.
Tutto ciò avviene spesso sottotraccia, con una rete di piccole complicità interne e un elevato livello di attenzione da parte dei colleghi, che però raramente si trasformano in segnalazioni formali.
I veri costi per l’azienda
L’abuso delle tutele non è solo una questione etica o comportamentale. Impatta concretamente sull’organizzazione sotto diversi punti:
Costi economici diretti
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- Assunzione temporanea di sostituti
- Rallentamenti nella produttività e nei flussi operativi
- Costi di assicurazioni, rimborsi e gestioni burocratiche
Danni organizzativi e reputazionali
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- Calo della fiducia tra colleghi
- Crescita del malcontento interno (“se lo fa lui, perché io no?”)
- Esposizione a denunce sindacali o pubbliche per discriminazioni, se l’azienda reagisce in modo scorretto o inefficace
Investigazioni aziendali: quando e come intervenire
Le investigazioni aziendali in questi casi non servono per “punire”, ma per difendere l’integrità dell’organizzazione.
Quando è opportuno agire:
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- Presenza di segnalazioni informali ricorrenti
- Ripetitività di assenze sempre in concomitanza con eventi specifici
- Comportamenti che sollevano dubbi anche solo in via preventiva
Come si agisce in modo legale:
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- Ricorso a un’agenzia investigativa certificata
- Raccolta di prove utilizzabili in sede disciplinare o giudiziaria
- Rispetto della privacy e del Codice Etico aziendale
Gli strumenti possono includere servizi di osservazione, simulazione di acquisti, analisi digitali (con attenzione al GDPR), video-rilevazioni e incrocio di fonti aperte.
Chi deve gestire la risposta: HR, Security e Legal
Uno dei punti critici è che nessuno vuole esporsi: il collega non segnala, il responsabile ha paura di sbagliare, l’HR attende prove certe. Ma proprio per questo serve una cabina di regia unica, in cui:
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- L’HR rileva e monitora i pattern anomali di assenze
- Il Responsabile Security attiva (eventualmente) la fase investigativa
- Il Legale verifica la correttezza dell’azione e l’utilizzabilità delle evidenze
Prevenzione: comunicazione chiara e cultura dell’etica interna
Molte frodi si basano sulla percezione di impunità. Le aziende che informano i propri collaboratori sui controlli possibili, sulla collaborazione con agenzie esterne, e sulla gestione seria dei casi sospetti, ridimensionano in modo significativo il fenomeno.
Alcuni esempi di azioni preventive:
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- Codice etico aziendale aggiornato
- Incontri formativi su tutele, doveri e diritti
- Policy chiara su uso illecito dei permessi
Conclusione
L’assenteismo strategico, l’uso illecito dei permessi e le frodi interne legate alle tutele lavorative non sono solo “deviazioni individuali”. Sono segnali di vulnerabilità nei sistemi di controllo, nella cultura aziendale e nei modelli di gestione del personale.
Agire tempestivamente, con strumenti investigativi professionali e con un approccio trasparente e integrato, significa difendere il lavoro onesto, tutelare l’azienda da rischi reputazionali e riconoscere il valore della fiducia interna.
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