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Negli ultimi anni, il concetto di sicurezza aziendale si è radicalmente trasformato. Se un tempo la protezione fisica era concentrata su stabilimenti, uffici e sedi corporate, oggi è sempre più evidente che la vulnerabilità operativa si estende lungo tutta la filiera logistica. Per molte aziende, la supply chain rappresenta il vero cuore pulsante del business: basta una sola interruzione fisica per generare danni economici, reputazionali e produttivi difficilmente recuperabili.

In questo scenario, la sicurezza fisica applicata alla logistica e alla supply chain non è più un tema esclusivamente tecnico, ma una questione strategica che coinvolge direttamente CEO, Security Manager e Risk Manager aziendali.

 

Il punto critico: supply chain esposte e poco protette

Con la globalizzazione, la crescente complessità dei flussi e l’esternalizzazione di molti servizi logistici, le aziende oggi dipendono da:

  • trasporti intermodali su strada, ferrovia, nave o aereo
  • magazzini di transito o conto terzi
  • fornitori di logistica, spedizione e handling esterni
  • depositi temporanei prima della distribuzione finale

Ognuno di questi passaggi introduce vulnerabilità fisiche:

  • Furti in transito di materie prime, componenti o prodotti finiti
  • Sabotaggi o manomissioni lungo il percorso
  • Accessi non autorizzati ai depositi o ai magazzini
  • Manipolazioni o sostituzioni di merci
  • Sottrazione di dati sensibili associati alle consegne o ai clienti
  • Blocchi logistici locali o regionali legati a eventi geopolitici, tensioni sociali o azioni criminali

In molti casi, le aziende non hanno piena visibilità su questi punti perché la responsabilità è affidata a fornitori esterni e subappaltatori, con standard di sicurezza molto variabili.

 

I costi reali delle interruzioni fisiche della supply chain

Diversi studi recenti, anche in ambito europeo e internazionale (come i report BCI e Allianz Risk Barometer), evidenziano che i rischi sulla supply chain sono ormai tra le prime 3 preoccupazioni dichiarate da CEO e Board aziendali.

Le conseguenze di un incidente fisico lungo la filiera possono essere:

  • Interruzioni di produzione per mancanza di materiali
  • Ritardi nelle consegne con penali contrattuali
  • Perdita di clienti strategici per inadempienze logistiche
  • Danneggiamento del brand e perdita di fiducia del mercato
  • Costi di contenziosi e assicurazioni

Un solo evento critico lungo il ciclo logistico può avere impatti milionari.

 

Dove intervenire: mappa delle vulnerabilità fisiche

Per impostare una strategia di sicurezza efficace lungo la supply chain, occorre partire da una mappatura concreta dei punti critici:

  • Depositi centrali e magazzini regionali
  • Punti di carico/scarico (soprattutto in aree esterne non presidiate)
  • Aree doganali e transiti intermodali
  • Veicoli di trasporto durante il tragitto
  • Centri di smistamento conto terzi
  • Accessi fisici ai sistemi IT logistici da parte di personale esterno

Spesso, proprio in questi punti si annidano le azioni illecite più sofisticate: furti su commissione, manomissioni documentali, infiltrazioni di personale non autorizzato.

 

Le contromisure strategiche: come proteggere la logistica fisica

Non esiste una soluzione unica, ma un approccio integrato può ridurre significativamente il rischio:

  • Security assessment specifico sulla filiera logistica, effettuato da professionisti esterni e indipendenti
  • Audit di sicurezza sui fornitori di logistica e trasporto
  • Introduzione di tecnologie di tracking fisico, geolocalizzazione e telemetria su mezzi e container
  • Coordinamento con le forze dell’ordine e le autorità locali su tratte sensibili
  • Formazione del personale logistico su procedure di sicurezza attiva
  • Revisione periodica delle policy contrattuali di sicurezza con partner esterni

 

Il ruolo di CEO e Security Manager nella nuova governance del rischio fisico

I CEO e i vertici aziendali devono oggi considerare la sicurezza fisica della supply chain parte integrante del piano di business continuity.

  • Non è solo una questione tecnica o di procurement.
  • Impatta direttamente sulla stabilità finanziaria e sulla capacità di mantenere gli impegni verso clienti e mercati.
  • Diventa centrale nella gestione integrata dei rischi aziendali (ERM – Enterprise Risk Management).

Anche i Security Manager devono ormai lavorare a stretto contatto con operation, procurement, logistica e compliance, superando la logica della “sorveglianza perimetrale” e governando l’intero ciclo fisico del business.

 

Conclusione

In un’economia dove le catene di fornitura sono sempre più interconnesse e vulnerabili, la sicurezza fisica non può fermarsi ai cancelli aziendali.

Proteggere la logistica, i trasporti e i magazzini significa oggi proteggere il core business.
Chi anticipa questo scenario, investendo in una visione integrata di security, sarà in grado di gestire crisi, ridurre danni e garantire la resilienza aziendale anche nelle fasi più critiche.

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