Nel mondo delle fusioni e acquisizioni (M&A), l’attenzione di CEO, CFO, advisor e fondi di investimento è comprensibilmente concentrata su indicatori economici, asset strategici, sinergie operative e ottimizzazione fiscale.
Tuttavia, c’è un elemento critico spesso trascurato nelle due diligence: la sicurezza fisica aziendale.
Proprio nelle fasi di passaggio più delicate – preacquisizione, closing e integrazione post-deal – è quando la sicurezza fisica dovrebbe rappresentare una leva strategica per proteggere il valore dell’investimento.
La minaccia invisibile: cosa può accadere senza controllo fisico
Quando un’azienda cambia proprietà, il rischio di falle nella sicurezza operativa aumenta in modo significativo. Alcuni scenari critici che si sono verificati realmente in operazioni M&A:
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- Sabotaggi o sottrazione di asset fisici da parte di dipendenti scontenti o ex collaboratori prima del closing.
- Furti o duplicazioni di documentazione riservata, in particolare contratti, asset brevettuali, piani industriali.
- Accessi non monitorati o non revocati da parte di personale che non dovrebbe più avere credenziali attive.
- Perdita di controllo sui fornitori di sicurezza, vigilanza o impianti, spesso in outsourcing.
- Conflitti e fragilità nei sistemi di controllo accessi, quando le aziende da integrare usano tecnologie o protocolli differenti.
Questi eventi, anche se rari, possono compromettere seriamente il valore dell’operazione, ritardare l’integrazione o – nei casi più gravi – portare a contenziosi o a danni reputazionali.
Perché la sicurezza fisica deve essere parte della due diligence
Molti fondi, investitori o acquirenti strutturano due diligence accurate dal punto di vista fiscale, legale e commerciale. Tuttavia, raramente la sicurezza fisica è inclusa nei documenti analizzati.
Una Security Due Diligence strutturata può invece evidenziare:
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- Eventuali vulnerabilità nei sistemi di controllo accessi, videosorveglianza o allarmi.
- La presenza di fornitori non contrattualizzati o non conformi.
- Anomalie nei flussi di persone, merci o informazioni.
- Eventuali rischi interni legati a ex dipendenti o figure chiave in uscita.
- Zone grigie nella gestione della vigilanza fisica e tecnologica.
Il momento più delicato: l’integrazione post-acquisizione
Dopo la firma del deal, inizia la fase più complessa: far convergere due strutture aziendali, due organigrammi, due modelli di governance. In questa fase:
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- Serve un piano di unificazione della sicurezza fisica.
- È fondamentale centralizzare o armonizzare il controllo accessi e i protocolli.
- Va definita una nuova catena di comando per la sicurezza (con ruoli, responsabilità, escalation).
- I fornitori di sicurezza, vigilanza e tecnologie devono essere valutati e integrati o sostituiti.
Chi dovrebbe preoccuparsene (e quando)
Il coinvolgimento dei Security Manager e dei Facility & Risk Manager deve iniziare prima del closing. In un’ottica di governance e prevenzione, anche i CEO e i CFO dovrebbero porre attenzione a:
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- Come è strutturata la sicurezza fisica dell’azienda target.
- Se esistono rischi “dormienti” che potrebbero esplodere nel momento di massima vulnerabilità.
- Come assicurarsi una business continuity operativa anche durante il passaggio di proprietà.
Checklist operativa: sicurezza fisica in operazioni M&A
Ecco le 5 priorità da considerare per tutelare il valore dell’operazione:
- Due Diligence in ambito sicurezza
Valutare lo stato dei sistemi di videosorveglianza, controllo accessi e procedure di emergenza. Identificare vulnerabilità che potrebbero emergere nella fase post-deal.
- Mappatura degli asset critici
Localizzare sedi, stabilimenti, archivi e aree sensibili. Verificare chi ha accesso e se esistono punti deboli nel presidio fisico.
- Gestione accessi durante la transizione
Sospendere o aggiornare credenziali obsolete, controllare accessi fisici e digitali, definire regole per visitatori e fornitori.
- Sorveglianza potenziata nei momenti critici
Rafforzare la presenza fisica e il monitoraggio nei giorni prima e dopo la firma. Monitorare in particolare magazzini, documenti e linee di produzione.
- Audit post-deal e armonizzazione
Allineare le policy di sicurezza tra le aziende coinvolte. Rivedere contratti di vigilanza, formare il personale, unificare protocolli e strumenti.
Conclusioni
Investire nella sicurezza fisica in un contesto M&A non è un costo, ma una protezione dell’investimento.
Integrare un assessment fisico nelle fasi pre e post-deal consente di ridurre i rischi operativi, proteggere asset strategici, garantire continuità e preservare il valore economico, industriale e reputazionale dell’operazione.
Una visione moderna della sicurezza aziendale deve includere anche questi momenti critici. E per chi guida un’acquisizione o una fusione, prevenire oggi significa risparmiare domani.
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