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La digitalizzazione della sicurezza fisica non è un semplice aggiornamento tecnologico. È un cambiamento profondo nel modo in cui un’azienda protegge i propri asset, gestisce i rischi, controlla i costi e costruisce resilienza operativa.

Tuttavia, molte imprese iniziano questo percorso senza una direzione chiara, commettendo errori che rallentano i progetti o li rendono inefficaci.

In questo articolo ti spieghiamo quali sono le fasi fondamentali di una roadmap ben costruita, quali errori evitare e quali sono le priorità vere per un’implementazione che crei valore nel tempo.

 

Perché serve una roadmap strutturata

La sicurezza fisica è oggi composta da sistemi interconnessi: videosorveglianza intelligente, controllo accessi digitale, sensori IoT, piattaforme centralizzate (PSIM), droni, intelligenza artificiale.

Questo ecosistema deve essere governato, integrato e monitorato, altrimenti diventa:

    • frammentato
    • inefficiente
    • vulnerabile
    • eccessivamente costoso

Una roadmap serve a:

    • definire priorità e sequenza logica dei progetti
    • ottenere il supporto della direzione
    • misurare i risultati e scalare le soluzioni

 

Le 3 fasi chiave di una roadmap efficace

Fase 1 – Analisi e preparazione

Obiettivo: capire dove si è, cosa serve davvero e cosa si vuole ottenere.

Attività chiave:

    • Audit dei sistemi esistenti: tecnologie, processi, coperture, vulnerabilità.
    • Mappatura degli asset critici: cosa va protetto prima? Dove sono i rischi maggiori?
    • Identificazione degli stakeholder: chi deve essere coinvolto (IT, security, legal, operations, direzione).
    • Definizione degli obiettivi: riduzione dei falsi allarmi, copertura, tempo medio di risposta, KPI.

Questa fase evita investimenti sbagliati e crea consenso interno.

 

Fase 2 – Progetto pilota e validazione

Obiettivo: testare su scala limitata una soluzione integrata e misurare il ritorno.

Attività chiave:

    • Selezione di 1 o 2 siti rappresentativi o ad alta criticità.
    • Implementazione di un sistema modulare: controllo accessi, video analisi, integrazione con allarmi.
    • Definizione dei KPI di successo: copertura, tempi di intervento, riduzione eventi, feedback utenti.
    • Monitoraggio e ottimizzazione del sistema.

Il pilota serve a dimostrare che la tecnologia funziona, migliora la sicurezza e genera efficienza.

 

Fase 3 – Estensione e governance

Obiettivo: scalare il progetto e integrarlo nel modello di gestione aziendale.

Attività chiave:

    • Estensione del sistema su altri siti, reparti, aree funzionali.
    • Standardizzazione di policy, ruoli e procedure.
    • Costruzione di un modello di governance unificato: regole comuni, dashboard uniche, report condivisi.
    • Inserimento nei processi strategici: ESG, risk management, compliance, sostenibilità.

Il valore reale emerge quando la sicurezza diventa parte del governo aziendale.

 

Gli errori da evitare (e che molte aziende commettono)

  1. Partire dalla tecnologia, non dagli obiettivi

Non basta installare nuove telecamere o badge digitali. Senza una visione d’insieme, si creano sistemi isolati, inutilizzabili o sottoutilizzati.

  1. Non coinvolgere IT e operations

La sicurezza fisica digitale vive in rete, scambia dati, impatta sull’operatività. Se IT e operations non sono coinvolti, il progetto sarà fragile o boicottato.

  1. Cercare la perfezione prima di agire

Molti progetti si bloccano perché si aspetta l’infrastruttura perfetta. Meglio partire in piccolo, validare e poi crescere.

  1. Non misurare nulla

Se non definisci KPI e ROI, non potrai dimostrare il valore del progetto. Senza misurazione, niente budget futuro.

 

Le priorità strategiche per iniziare bene

  1. Parti da un audit: se non sai dove sei, non puoi decidere dove andare.
  2. Focalizzati su un problema reale e urgente (es. troppe intrusioni, eventi non gestiti, costi alti).
  3. Scegli soluzioni scalabili: evita fornitori chiusi o sistemi poco interoperabili.
  4. Investi nella formazione del personale: senza cultura digitale, la tecnologia fallisce.
  5. Condividi i risultati con il board: fatti vedere. La sicurezza è anche comunicazione interna.

 

Conclusione

La digitalizzazione della sicurezza fisica è una leva strategica.
Ma, come ogni leva, funziona solo se è orientata, ben posizionata e usata con metodo.

Una roadmap concreta consente di:

    • evitare sprechi
    • generare risultati rapidi
    • scalare con efficienza
    • proteggere meglio l’azienda

Chi inizia con una visione, arriva prima.
Chi parte senza piano, rischia di fermarsi prima del traguardo.

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