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Quando si parla di fusioni, acquisizioni, investimenti o partecipazione a gare ad alta complessità, l’attenzione è spesso focalizzata su bilanci, asset digitali, reputazione, sostenibilità e conformità normativa.

Eppure, un aspetto decisivo per la buona riuscita di queste operazioni – e troppo spesso trascurato – è la due diligence sulla sicurezza fisica.

La sicurezza di impianti, accessi, perimetri, materiali critici e infrastrutture può influenzare profondamente il valore reale di un’azienda, il rischio operativo post-acquisizione o la capacità di ottenere l’assegnazione di un appalto pubblico.

In questo articolo vedremo perché la Security Due Diligence non è solo un passaggio tecnico, ma una leva strategica per tutelare il business e migliorare la competitività.

 

Cos’è la Security Due Diligence?

La Security Due Diligence è un processo strutturato di analisi e valutazione dei rischi fisici di un’azienda, con l’obiettivo di:

    • Verificare lo stato effettivo della sicurezza di siti, impianti, strutture, personale e asset fisici
    • Identificare vulnerabilità che possono impattare sull’operatività, la compliance o la reputazione
    • Valutare la sostenibilità dei sistemi di protezione esistenti (costi, efficacia, scalabilità)
    • Fornire una stima reale dei costi necessari per l’adeguamento a standard richiesti da investitori o committenti

 

Perché è cruciale in operazioni straordinarie o bandi pubblici

  1. Acquisizioni e fusioni
    In una M&A, acquirente e venditore devono conoscere il livello di rischio operativo reale associato ai siti produttivi, ai magazzini, ai sistemi di accesso, alla protezione di materiali critici o documentazione sensibile.
    Un sito non conforme o vulnerabile può rappresentare un rischio legale, un costo nascosto o un ostacolo all’integrazione.
  1. Ingresso di nuovi investitori
    Fondi, private equity e investitori istituzionali valutano la solidità operativa dell’azienda prima di entrare nel capitale.
    Una sicurezza fisica carente o non documentata riduce l’affidabilità percepita e può influenzare negativamente la valutazione.
  1. Gare pubbliche e appalti strategici
    Molti bandi richiedono la certificazione di requisiti di sicurezza fisica per operare in determinati settori (energia, sanità, trasporti, infrastrutture).
    Non disporre di un sistema aggiornato o documentabile può escludere l’azienda dalla gara, anche se economicamente competitiva.

 

Cosa deve includere una vera Security Due Diligence

Una Security Due Diligence efficace non si limita a una checklist tecnica. Deve essere una vera valutazione integrata e multi-livello, che consenta di misurare quanto la sicurezza fisica incida sul valore, sull’affidabilità e sull’idoneità operativa dell’azienda. Ecco cosa deve comprendere in modo completo:

  1. Valutazione delle infrastrutture e dei siti
    • Analisi dello stato fisico degli edifici e dei perimetri (integrità, accessibilità, vulnerabilità strutturali).
    • Verifica delle barriere fisiche, illuminazione di sicurezza, protezioni antintrusione.
    • Condizioni delle aree sensibili (laboratori, data center, magazzini critici, centrali operative).
  1. Audit tecnologico
    • Stato dei sistemi di videosorveglianza (copertura, risoluzione, registrazione, manutenzione).
    • Sistemi di controllo accessi (badge, biometria, registri visitatori, controllo turni).
    • Sistemi di allarme e rilevamento (sensori, anti-intrusione, antifumo, monitoraggio perimetrale).
    • Integrazione tra i sistemi (piattaforme centralizzate, interoperabilità, risposta automatica).
  1. Analisi dei protocolli e delle procedure
    • Policy di sicurezza attiva e passiva aggiornate?
    • Procedure in caso di intrusione, sabotaggio, blackout, emergenza sanitaria o incendio.
    • Procedure di evacuazione, sicurezza antiterrorismo, gestione delle visite.
    • Piano di continuità operativa e disaster recovery: esiste? È testato?
  1. Verifica del fattore umano
    • Analisi del livello di formazione del personale di vigilanza (interna o appaltata).
    • Presidi e copertura reale H24 dei punti critici.
    • Organigramma della security aziendale e presenza di figure di riferimento interne.
    • Livello di awareness sulla sicurezza tra i dipendenti (simulazioni, drill, sensibilizzazione).
  1. Risk Assessment ambientale e territoriale
    • Analisi della zona: rischio furti, eventi naturali, disordini civili, interruzioni infrastrutturali.
    • Vicinanza a target sensibili o criticità logistiche.
    • Impatto della posizione geografica sulla vulnerabilità del sito.
  1. Conformità normativa e documentale
    • Allineamento alle normative nazionali e di settore (GDPR, TULPS, D.lgs. 81/08, ISO 45001, etc.).
    • Presenza di certificazioni: ISO 27001, TAPA, certificazioni richieste da appalti pubblici o internazionali.
    • Verifica degli obblighi verso enti locali, ASL, Prefettura, Forze dell’Ordine.
  1. Stima degli investimenti necessari
    • Costi di adeguamento alla conformità normativa.
    • Costi di upgrade tecnologico, formazione e presidio.
    • Valutazione del ritorno economico rispetto ai rischi evitati (ROI della sicurezza).

 

 Chi dovrebbe richiederla (e quando)

Una Security Due Diligence non è un esercizio formale da svolgere solo in situazioni critiche. È uno strumento decisionale, e quindi dovrebbe essere promosso da figure che guidano il futuro dell’azienda, non solo da chi lo presidia operativamente.

Chi deve attivarla:

    • CEO, Amministratore Delegato, Direzione Generale
      Per validare acquisizioni, fusioni, aperture di nuove sedi o stabilimenti. Serve per tutelare il valore dell’impresa e prevenire criticità legali o operative post-deal.
    • Responsabile Security / Facility / Operations
      Per mappare in modo oggettivo i punti deboli e proporre investimenti con una logica di priorità. È anche uno strumento per dimostrare il valore della funzione sicurezza al top management.
    • CFO / Direzione Amministrativa e Finanza
      Per identificare costi nascosti, stime realistiche di investimento e impatto sui budget futuri, legati a inadempienze o a esigenze di adeguamento.
    • Responsabile Legal & Compliance
      Per evitare responsabilità aziendali, contenziosi e non conformità contrattuali nei confronti di PA o partner privati.
    • Direzione Acquisti e Procurement
      Per valutare rischi nella supply chain fisica, stabilimenti di fornitori, terze parti o partner logistici.
    • Investor Relations / Relazioni Esterne
      Per rispondere a richieste sempre più frequenti da parte di fondi, investitori e stakeholder che valutano la resilienza fisica dell’azienda.

Quando deve essere svolta:

    • Prima di acquisire o fondersi con un’altra azienda
    • In fase di accesso a bandi pubblici o concessioni
    • Quando si pianifica un’espansione territoriale
    • A seguito di eventi critici o incidenti
    • In occasione di revisione delle policy ESG, di rischio o sostenibilità
    • Periodicamente, ogni 2-3 anni, come parte del piano di resilienza aziendale

 

Conclusione

In un mercato in cui resilienza, continuità e trasparenza sono diventati asset competitivi, valutare la sicurezza fisica con la stessa attenzione con cui si leggono i bilanci è una scelta strategica.

La Security Due Diligence è lo strumento che consente a chi guida un’azienda di prevenire sorprese, negoziare meglio e valorizzare il proprio posizionamento.

Perché un’azienda sicura non vale solo di più. È anche molto più difficile da attaccare, fermare o mettere in crisi.

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