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L’Intelligenza Emotiva nella Sicurezza Fisica

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un responsabile in abiti formali appoggia la mano su un operatore che tiene la mano sul petto, dietro di loro un'icona simbolo della sicurezza

Come il fattore umano può prevenire incidenti e sabotaggi

In un contesto in cui la sicurezza fisica aziendale è sempre più digitalizzata e affidata a tecnologie di videosorveglianza, AI predittiva e sistemi integrati, c’è un aspetto ancora poco valorizzato ma essenziale: l’intelligenza emotiva delle persone coinvolte.

Non parliamo solo degli addetti alla sicurezza, ma anche di manager, responsabili di impianto, vigilanza, personale amministrativo. Ovvero di tutte quelle figure che ogni giorno hanno un ruolo, diretto o indiretto, nel riconoscere segnali di allarme, gestire tensioni interne o anticipare situazioni potenzialmente critiche.

Cos’è l’intelligenza emotiva e perché conta per la sicurezza fisica

L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui. In un contesto aziendale, significa:

    • saper leggere il linguaggio del corpo e le micro-espressioni,
    • gestire situazioni conflittuali con lucidità e autocontrollo,
    • anticipare dinamiche disfunzionali all’interno dei team,
    • riconoscere segnali di disagio, stress o isolamento in colleghi e collaboratori,
    • rispondere alle emergenze con equilibrio, evitando reazioni impulsive o inefficaci.

Nella sicurezza fisica, l’intelligenza emotiva è ciò che può fare la differenza tra un comportamento anomalo notato e affrontato, e un evento critico non previsto perché sottovalutato.

5 Ambiti in cui l’intelligenza emotiva migliora la sicurezza fisica

  1. Prevenzione dei sabotaggi interni
    Spesso chi compie atti di sabotaggio ha dato segnali in precedenza: isolamento, tensioni non risolte, frustrazione accumulata. Una persona emotivamente intelligente è in grado di cogliere questi segnali e agire per tempo.
  2. Gestione delle emergenze
    Durante un’emergenza, chi mantiene la calma e sa rassicurare gli altri diventa un punto di riferimento. IE significa comunicare in modo chiaro anche sotto pressione.
  3. Conflitti tra colleghi o reparti
    Le tensioni interne possono degenerare e trasformarsi in minacce alla sicurezza. Chi sa leggere e disinnescare le dinamiche conflittuali protegge l’azienda da escalation pericolose.
  4. Comunicazione efficace con i team di vigilanza
    Comprendere lo stato emotivo di un operatore stanco, sottoposto a turni pesanti o scarsa motivazione, permette di agire prima che si verifichi un errore umano.
  5. Relazione con il pubblico e gestione degli accessi
    Nei contesti aperti (aziende aperte al pubblico, strutture sanitarie, aeroporti…), un vigilante dotato di IE sa quando un comportamento è solo nervoso o potenzialmente pericoloso.

Esempi concreti e situazioni reali

    • In un’azienda manifatturiera, un operatore della vigilanza nota un collega che si ferma sempre più spesso in orari insoliti vicino a un’area sensibile. Il suo atteggiamento cambia, appare nervoso. Grazie a una segnalazione discreta, viene evitato un furto pianificato.
    • In un reparto amministrativo, una collaboratrice mostra crescente frustrazione e isolamento. Nessuno interviene. Dopo alcune settimane, inoltra una segnalazione falsa con l’obiettivo di danneggiare il team.

In entrambi i casi, chi ha letto le emozioni – o chi non l’ha fatto – ha fatto la differenza.

Come sviluppare l’intelligenza emotiva nella sicurezza aziendale

Non si tratta solo di “carattere” o doti naturali. L’intelligenza emotiva si può allenare e potenziare attraverso:

    • formazione specifica, anche breve, che unisce aspetti psicologici e operativi,
    • roleplay e simulazioni di situazioni critiche da affrontare in team,
    • momenti di confronto strutturato tra vigilanza, HR e responsabili di funzione,
    • percorsi di coaching per i team leader con impatto sulla sicurezza fisica.

Un investimento soft con ritorni hard

Chi guida un’azienda sa che la sicurezza è anche una questione di ROI.
Investire in intelligenza emotiva nei team di sicurezza può sembrare “intangible”, ma i ritorni sono concreti:

    • meno incidenti dovuti a errori umani o ritardi nel riconoscimento delle minacce,
    • miglioramento del clima interno, che abbassa il rischio di atti interni,
    • maggiore efficacia del sistema di sicurezza anche senza nuove tecnologie.

Conclusioni

L’intelligenza emotiva non sostituisce i sistemi tecnologici, ma li rende più efficaci.
Integriamo algoritmi, AI e sensoristica con una rete umana capace di osservare, ascoltare, percepire.
Perché la sicurezza, oggi, è anche (e soprattutto) questione di umanità allenata all’attenzione.

 

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